Porrajmos, per alcuni rom è una parola indicibile esattamente come indicibile è ciò che rappresenta: una violenza inconcepibile usata contro persone inermi e innocenti, donne, uomini e bambini. Il termine Porrajmos si fonda sulla radice verbale porrav- dal sostativo por (viscere, intestino) a cui si possono attribuire significati diversi, che spaziano tra “divorare”, “violentare”, “stuprare”, “abusare”. O baro porrajmos, il grande divoramento, la grande violenza, il grande abuso definisce da tempo, non solo in Italia l’olocausto del popolo rom e sinto e provoca per la sua caratteristica di impurità anche ripulsa e infatti c’è chi usa un altro termine, Samudaripen (sterminio) per indicare il genocidio romanì.

A noi ora, in questa occasione, non interessa aprire il dibattito sul significato e soprattutto sul senso del termine. Riconosciamo il turbamento che esso provoca e rispettiamo la scelta di chi ne usa un altro, ma crediamo che proprio in quel turbamento si ritrova il senso più profondo della scelta di quel termine.

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